L’Oltrepò Mantovano
L’Oltrepò Mantovano e l’Oltrepò Pavese sono le uniche porzioni del territorio lombardo a sud del grande fiume. Racchiuso tra l’Emilia e il Veneto, esteso su una superficie di 705 chilometri quadrati, ampio una sessantina di chilometri, da Suzzara a Felonica, l’Oltrepò Mantovano è costituito da 19 comuni, 3 dei quali (Ostiglia, Serravalle e Sustinente) posti a nord del fiume.
Al di là della posizione geografica, l’Oltrepò Mantovano rappresenta un preciso contesto paesaggistico e culturale i cui tratti salienti sono riconducibili al secolare rapporto dell’uomo con l’acqua (testimoniato dalle potenti arginature del Po e del Secchia e dai numerosi impianti di bonifica sorti in corrispondenza dei principali nodi idraulici), alla figura di Matilde di Canossa, cui si deve l’edificazione di numerose pievi che ancora oggi dopo quasi un millennio punteggiano il territorio, ai fortilizi, ai palazzi e alle corti rurali della stagione Gonzaghesca, all’agricoltura che tanto profondamente ha plasmato il paesaggio e influenzato la sontuosa cucina locale; infine, non ultima, alla marginalità delle terre di confine, crocevia di genti e di saperi.
Il Po e l’Oltrepò
Le alluvioni del Po hanno generato terre fertilissime rendendo nei secoli l’Oltrepò Mantovano il granaio d’Italia e la ricca terra della vacca da latte, del maiale, del Parmigiano Reggiano e della pioppicoltura.
Ma il Po ha portato anche lutti e distruzione e per oltre un millennio le genti dell’Oltrepò hanno cercato di ammansirlo e di racchiuderlo in argini che, da labili difese tenacemente ricostruite dopo ogni “rotta”, sono divenuti quei bastioni imponenti che oggi rappresentano il tratto distintivo del paesaggio.
Principale corridoio ecologico della Pianura Padana, uno dei più importanti d’Europa, il Po racchiude la gran parte della biodiversità dell’Oltrepò Mantovano in habitat preziosi come lanche, bugni, sabbioni, boschi ripariali e paludi.
Oggi la cultura e la natura di cui il grande fiume è portatore convivono in un precario equilibrio con la realtà produttiva, demografica e infrastrutturale più importante d’Italia. Il Po nell’ultimo secolo ha subito un progressivo degrado ambientale dovuto all’inquinamento delle acque, all’artificializzazione dell’alveo e alla banalizzazione ecologica delle golene causata dall’impetuoso sviluppo della pioppicoltura.
Nel 2007, per proteggere il grande fiume, le comunità locali hanno spontaneamente dato vita al Sistema dei Parchi dell’Oltrepò Mantovano, oltre 9.000 ettari di territorio che custodiscono gli ambienti tipici del tratto terminale del Po.
Passeggiare sull’argine maestro, incontrarsi su barconi galleggianti o in secca, sotto semplici tettoie o su una panca a guardare l’incessante scorrere delle acque, è una consuetudine ben viva ancora oggi, tra gli abitanti dell’Oltrepò. In questa terra di paesaggi, sapori, racconti e vivide esperienze, è ancora possibile sentire “il respiro naturale del grande fiume e l’opera delle sue genti”.
I Comuni dell’Oltrepò Mantovano:
Borgocarbonara, Borgo Mantovano, Felonica, Gonzaga, Magnacavallo, Moglia, Motteggiana, Ostiglia, Pegognaga, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide e Felonica, Serravalle a Po, Sustinente, Suzzara.
Le migliori esperienze che vivrete visitando l’Oltrepò Mantovano, scoprendone il semplice fascino.
Esperienze Naturali
- Passeggiare nei boschi per scoprire le foreste che anticamente ricoprivano l’Oltrepò Mantovano e tutta la Pianura Padana.
- Osservare i saliceti spontanei colonizzare le nuove terre create dal fiume e dall’uomo dando avvio a quel lungo processo che ha portato alla formazione dei boschi dell’Oltrepò Mantovano.
- Camminare sui sabbioni che si formano quando il fiume è in magra e osservare i diversi tipi di piante che vi si insediano: esse vivranno una sola stagione fin quando il Po non si ingrosserà nuovamente.
- Perdersi nelle paludi, tra i canneti, lungo i canali, nelle cave abbandonate, affacciarsi da un capanno per osservare e ascoltare anatre, aironi, falchi e i piccoli uccelli che numerosissimi frequentano questi ambienti.
- Passeggiare lungo i canali e i fossi, nelle paludi e ascoltare il gracidare delle rane e se si è fortunati incontrare la rana di Lataste, una rana rossa che vive solo nella Pianura Padana, la testuggine di palude o la lucertola vivipara.
- Ascoltare nei boschi il canto della cinciallegra e dell’usignolo, il ticchettio del picchio rosso e la “risata” del picchio verde, per accorgersi della straordinaria ricchezza di vita dell’Oltrepò Mantovano.
- Entrare in un canneto, sentire il terreno morbido sotto i piedi (come fosse un tappeto elastico), toccare le foglie taglienti e ruvide delle canne e dei carici, piante dalle quali per secoli gli abitanti di queste terre hanno ricavato innumerevoli manufatti.
- Scoprire i segni che svelano la vita nascosta di grandi e piccoli animali: orme di volpe, di riccio e di airone impresse nel limo disseccato, scie di lumache, fori di insetti nei tronchi marcescenti, borre di rapaci, piume cadute, canti tra i rami…
- Camminare nei pressi di un bugno o di una lanca e scoprire tutta la biodiversità racchiusa in questi piccoli ambienti di acque ferme.
- Fermarsi al cospetto degli alberi monumentali che punteggiano il territorio, osservarne la magnificenza, stimarne l’età, conoscerne la storia.
Oltre a queste esperienze puoi anche:
- Camminare nei pioppeti osservandone la geometria regolare, constatare che non si tratta di boschi veri e propri ma di coltivazioni di alberi destinate al taglio dopo una decina d’anni; assistere in primavera alla “nevicata dei piumini”, i loro semi cotonosi.
- Osservare da un punto panoramico (•) le secche del fiume con decine di sterne e gabbiani sul bagnasciuga, le fasce di vecchi salici di sponda sulle cui cime i cormorani si posano per asciugarsi il piumaggio, le pareti di sabbia dove gruccioni, topini e martin pescatori hanno scavato i loro nidi.
Esperienze Culturali
- Fermarsi a scambiare due chiacchiere con i pescatori del luogo e farsi raccontare dei mitici storioni che vivevano nel Po e dei nuovi “mostri”, i siluri.
- Attraversare il Po in barca per avvertirne la forza, per coglierne la maestosità.
- Gustare i buoni piatti della tradizione locale come i tortelli di zucca (i turtei ad suca), gli agnoli (i caplet), lo squisito tartufo bianco (la trifula), il tirotto (al tiròt), i tortelli guazzarotti (turtei sguasaròt) e le innumerevoli declinazioni culinarie di sua maestà il maiale (al guget) annaffiate da un buon lambrusco mantovano (al lambrusch). Acquistare i prodotti del territorio presso i numerosi punti vendita aziendali o in occasione di sagre e mercati contadini.
- Visitare un impianto idrovoro, osservare una “botte”, una “chiavica”, la rete dei canali, gli argini, i “pennelli” , un’idrovia, una conca di navigazione, un attracco, per comprendere la straordinaria complessità del mondo della bonifica, del governo delle acque e della navigazione su fiumi e canali.
- Conoscere la storia dell’Oltrepò Mantovano visitando le pievi matildiche, l’Abbazia del Polirone, il Santuario della Comuna, i musei, le ville, le corti storiche e i castelli.
- Conoscere il rapporto secolare instauratosi tra uomo e territorio scoprendo la vita contadina e gli antichi mestieri, osservando le grandi corti agricole, visitando musei di cultura materiale e mulini natanti sul Po.
- Svagarsi sul fiume: prendere il sole nelle spiagge, fare un giro in barca, pescare, passeggiare in golena, farsi una biciclettata sugli argini perdendosi nel sole o nella nebbia.
- Fermarsi nel centro visite di un’area protetta, nella piazza di un paese, in un punto di sosta della Ciclovia dei Parchi, in un agriturismo o in un ristorante, rifocillarsi, procurarsi materiale informativo, parlare con la gente del posto per conoscerne le abitudini e il dialetto.
Oltre a queste esperienze puoi anche:
- Pedalare lungo la Ciclovia dei Parchi dell’Oltrepò Mantovano per godere del silenzio, dei profumi e dei colori, per apprezzare appieno il paesaggio della pianura e incontrare la gente del posto scoprendone l’ospitalità.
- Guardarti attorno dall’alto degli argini lasciando che lo sguardo spazi sul fiume, le golene, i campi, le corti e i paesi; comprendere che opera grandiosa sia l’argine, il baluardo al quale le genti dell’Oltrepò Mantovano affidano la propria sicurezza.